Cenni Storici

Ultima modifica 27 ottobre 2023

I primi documenti

I primi documenti che riguardano Venegono Superiore risalgono all'XI secolo, ma le origini di questa località sono ovviamente più antiche.
E' probabile che la zona fosse già abitata prima dell'arrivo dei Romani, che vi giunsero, pare, intorno al 200 a.C. e trovarono popolazioni sempre in lite tra di loro. Con poche perdite conquistarono la Gallia Cisalpina, iniziarono a riscuotere le tasse e imposero la Pax Romana.
 

Vestigia romane

Nella zona sono state segnalate alcune vestigia romane: tracce di una strada romana, segni di centuriazione e un cippo votivo.
Esisteva infatti una strada romana che collegava Novara a Corna passando per Castelseprio (la Comum-Novaria), che forse passava da Vengono per poi risalire a Binago, Olgiate e Como.
 

Il Seprio

Le vicende di Venegono Superiore seguono poi necessariamente quelle del Seprio che, come è noto, in epoca tardo-romana costituiva una piazzaforte di difesa dalle invasioni d'oltralpe.
Del sistema di difesa del Seprio, che da questa località si allargava a cono verso le Alpi, faceva parte anche una torre di vedetta che sorgeva probabilmente dove ora si trova il castello di Vengono Superiore.

Toponimo

Origini controverse

Il nome Venegono ha origini controverse: le ricerche del Canonico Bonaventura Castiglioni, del Sindaco Carlo Tachéo Brière, del professor Gilli e del professor Grammatica dedicate alla storia locale lo associano variamente a feste o immagini di Venere (Veneris Agonia e Veneris Icon) alla coltivazione o all'amore per il vino (Vinum Colere) o alla presenza di acque e monti (dalle radici del linguaggio pre-romano Uin e Gon).
 

Il paese degli asini

Comunemente accettata è invece l'associazione più recente del paese al "somaro": secondo il Cremona "i paesi vicini, non è detto se per scherno o per invidia, appiopparono a Venegono il soprannome di paes di asinitt (paese degli asini)"; lo stesso si dichiara però "propenso a credere che questo soprannome non sia dipeso dal tenere in poco conto gli abitanti di Venegono, e quindi come giudizio negativo nei loro confronti, bensì come qualcosa di più rispetto agli altri paesi e anche segno di intelligenza, in quanto questa deprecata bestia, il cui nome si ritiene oggi balordamente sinonimo di ignoranza, si imponeva come bestia da tiro utilissima ed economica perché rende più di quel che mangia.

Si accontenta infatti di tutti gli scarti dei foraggi delle altre bestie.
Dicono che con gli occhiali verdi divora anche la paglia credendola fieno ma è sicuramente calunnia, poiché la paglia la divora anche senza occhiali.

È una bestia intelligentissima per due ragioni: è un'ingegnere provetto per tracciare strade in luoghi impervi ed era famosa per questa sua attitudine già presso gli Egizi; non va mai a marcia indietro e si vuole lo faccia per la protezione del proprio deretano! Per queste sue caratteristiche che lo fanno ritenere ingegnere e filosofo nato, i Venegonesi lo adottarono".


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